In questi primi articoli si parlerà degli infortuni all’articolazione della spalla, una parte del corpo molto stressata data la sua grande mobilità e instabilità.
L’articolazione della spalla viene chiamata in modo scientifico gleno-omerale, nome che ricorda le parti che la compongono: la cavità glenoidea della scapola e la testa dell’omero. Si classifica strutturalmente tra le articolazioni sinoviali, infatti è racchiusa in una cavità piena di fluido chiamata capsula articolare che separa le ossa e stabilizzata da vari legamenti (coraco-acromiale, coraco-omerale, gleno-omerali, trasverso-omerale). Come detto in precedenza è l’articolazione più mobile del corpo e si definisce enartrosi, cioè capace di compiere la maggior parte dei movimenti, grazie alla sua conformazione. La cavità glenoidea concava contiene la parte sferica della testa dell’omero e il liquido sinoviale dentro la capsula permette lo scivolamento della sfera in tutti e tre i piani di movimento (mediano, frontale, trasversale).
La maggior parte del supporto di stabilizzazione dell’articolazione negli spostamenti è fornita dai muscoli della cuffia dei rotatori (sopraspinato, infraspinato, piccolo rotondo, sottoscapolare) che avvolgono la capsula articolare della spalla e si uniscono ad essa tramite i loro tendini. Oltre alla cuffia dei rotatori che si trova in profondità c’è il muscolo pettorale, deltoide e dorsale più in superficie che tengono unito e saldo tutto il compartimento della spalla.
La maggior parte degli infortuni alla spalla sono lesioni dovute a movimenti errati o a eccessivo sfregamento dei tendini che produce un’ usura di essi.
Dislocazione della spalla
Il primo infortunio che verrà trattato è la dislocazione della spalla, più comunemente chiamato lussazione ed è uno degli infortuni più frequenti.
La testa dell’omero preme inferiormente sulla capsula articolare spostandosi dalla sua posizione fisionomica. La testa dell’omero lacera la porzione inferiore della capsula e si disloca al di sotto della cavità glenoidea. In seguito, i muscoli anteriori del torace spostano la testa superiormente.
La lussazione si realizza di solito in conseguenza ad un violento urto alla spalla, ad esempio:
- Caduta sulla spalla con braccio intra o extraruotato ;
- Brusco movimento del braccio sopra la testa;
- Trazione del braccio indietro o esternamente;
- Collisione della spalla con un oggetto;
- Sovrallenamento dei muscoli stabilizzatori della spalla.
Riabilitazione e riattivazione motoria
Il trattamento di una dislocazione della spalla è pensato in base alla sua gravità.
Se è meno grave si può intervenire manualmente o in alcuni casi è possibile che si ricollochi nella capsula in modo autonomo, ma se ha una forma più grave si deve intervenire chirurgicamente.
Inseguito alla degenza, operazione o fisioterapia si inizia con un processo di riabilitazione e riattivazione motoria tramite mobilizzazione e potenziamento muscolare, periodo indispensabile per chi pratica sport.
Il trattamento riabilitativo si differenzia in base all’età e alla gravità della lussazione. Per evitare nuovi episodi di dislocazione che aumentano il rischio di danni a strutture vicine, si prediligono esercizi di mobilità e potenziamento dei muscoli profondi con bande elastiche di diversa intensità. Gli esercizi sono pensati in modo da attivare i muscoli stabilizzatori della spalla e rieducarli a compiere tutti i gradi di movimento, in modo graduale.
Oltre alla mobilità ci si deve dedicare al potenziamento di muscoli superficiali della spalla (pettorale, deltoide, dorsale) che mantengono salda l’articolazione. Una considerevole muscolatura permette alla testa dell’omero di rimanere all’interno della capsula, poiché i muscoli contraendosi bloccano il processo di dislocazione.
Dott. Andrea Varbaro.