Tra gli infortuni e le patologie che possono colpire l’articolazione femoro-rotulea, la frattura della rotula è sicuramente uno dei più gravi e rappresenta circa l’1% di tutte le fratture del corpo umano.
Anatomia
La rotula è un piccolo osso sesamoide che protegge anteriormente il ginocchio, collegando la muscolatura della regione anteriore tra femore e tibia. Essa scorre lungo la troclea femorale nei movimenti di flesso-estensione del ginocchio e la sua parte articolare è ricoperta di cartilagine.
Principali cause dell’infortunio
La frattura della rotula si verifica quasi sempre in seguito ad un trauma diretto come nel caso di una caduta, un incidente stradale (“trauma da cruscotto”) oppure a causa di una trazione violenta della muscolatura.
Sintomatologia
Solitamente si presentano ematoma e gonfiore, versamento articolare, impotenza funzionale nella flesso-estensione dell’arto e dolore nell’appoggio durante la deambulazione.
Tipologia della frattura
Si possono presentare principalmente tre tipi di fratture:
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Trasversale, con una linea orizzontale sulla parte anteriore dell’osso;
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Comminuta o pluriframmentaria, con un punto centrale d’impatto e le rime di frattura che si irradiano come a formare una stella;
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Longitudinale o verticale (si verifica più raramente).
Un’ulteriore suddivisione viene effettuata tra:
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Frattura composta, in cui i segmenti ossei restano a contatto o si distanziano al massimo di 1-2 mm;
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Frattura scomposta, in cui i frammenti ossei perdono il contatto.
Generalmente, in caso di fratture scomposte che possono determinare anche la lesione dei legamenti crociati, si interviene chirurgicamente. Per quanto riguarda le fratture composte, invece, si tende a ricorrere all’uso del gesso con un intervento conservativo che servirà a tenere in contatto i frammenti ossei durante la guarigione.
Riabilitazione
La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale nel recupero dell’articolarità del ginocchio e della forza della muscolatura per poter ritornare alle attività quotidiane. In caso di trattamento conservativo, già dopo 2-3 settimane si può cominciare ad eseguire degli esercizi di mobilizzazione, anche se il tutore andrà mantenuto per almeno 4-6 settimane.
Spesso, le fratture della rotula danneggiano la parte articolare cartilaginea dell’osso causando in alcuni casi la degenerazione della cartilagine stessa e in seguito l’artrosi (1 su 4-5 casi). Inoltre, si verifica ipotrofia e ipostenia della muscolatura (riduzione e debolezza della massa muscolare) e deficit di movimento, con una perdita più o meno importante di gradi di flesso-estensione del ginocchio.
Risulta quindi fondamentale iniziare fin dalle prime fasi un lavoro per il recupero della completa articolarità, partendo ad esempio con una terapia in acqua per ridurre il carico sull’arto traumatizzato. Dopo il primo mese, se ci sono i segni di una buona consolidazione della frattura, è possibile iniziare un lavoro specifico sul recupero del trofismo muscolare del quadricipite, dei flessori dell’anca, dei muscoli del bacino e del core. Dapprima, sarà necessario lavorare in modalità isometrica per poi passare ad esercizi isotonici in catena cinetica chiusa e successivamente aperta, evitando gli angoli che potrebbero provocare dolore. Circa dopo due mesi, è possibile passare al rinforzo isocinetico, esercitazioni di equilibrio e propriocezione per poi ritornare gradualmente alle precedenti attività sportive.
Tuttavia, ogni caso andrà valutato dallo specialista laureato in Scienze Motorie per selezionare gli esercizi più idonei ed adattarli al singolo soggetto, così da permettere la rieducazione funzionale dell’arto ed il ritorno ad una condizione quanto più possibile vicina a quella pre-infortunio.
Dott.sa Giorgia Peracchione